Whisky Rabbit

Whisky Rabbit

giovedì 12 maggio 2011

Whisky, Quel che più mi spaventa...

Quel che più mi spaventa e quel ch’adoro.

La solitudine è la cosa che più mi spaventa, dopo le tristi compagnie; come quando la pioggia ticchettando danza e più consolante d’assolati lidi appare.
Adoro la calma dei boschi, le carezze del vento, il tenero lamento delle foglie, anche il lusinghiero mormorio dei silenzi, con i suoni degradati a cornice ed il resto che s’atteggia a quadro.


Le fratture sono la cosa che più mi spaventa, dopo i compromessi; come quando contempli te stesso e t’accorgi d’esser stanco di vedere un altro.
Adoro dileggiare questo mondo, martoriare di passi il selciato, abbindolare le consuetudini, irretire il buonsenso, infeltrire le quotidianetà, accarezzare torbidi pensieri.


Il silenzio è la cosa che più mi spaventa, dopo le parole vuote; come quando blateranti fiumi inaridiscono ed in un istante universi si denudano, senza  bisogno di proferir verbo.
Adoro la mia dimora e la sua quiete, che quando a me giunge sguardo dei verdi colli e d’assonnati monti, finalmente respiro, seppur galleggiando nel subdolo mare delle mie incoerenze.


Ma più del resto mi spaventa chi non sorride mai ed ancor di più chi regala falsi sorrisi; come quando, per musicare una verità, vengono adulterate note, oppure scelte con cura altrui melodie.
Sempre adorerò l’ingenuo volteggiare dei bambini, le eteree fanghiglie in fiore, i sinceri pensieri incrociati per caso, il perdersi negli inferni della via lattea, il bieco peregrinare tra le incoerenze, mirar tramonti ed animi umani, scriver per nessuno e leggere me stesso.


Rinunciar a quel che sono è la cosa che più mi spaventa, ch’è più dolce morir di se, del viver d’altrui certezze...

(Whisky)