Whisky Rabbit

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lunedì 5 aprile 2010

Alarico: "La meretrice"

Di passeggiar in fosche calle aveo brama, ch'a volte sere son adombrate di silente disio, quando sorte condusse allo mio cospetto trasandata dama, di si povero aspetto, ma soave infine; avea grandi occhi e nero crine, di sue mani curato, che bianca pelle cingea con tremula dedizione; luma di luna di sue spalle giungea e con suo cauto incedere si poco palesava, eppur sorriso a me giunse si chiaro che di mio animo irradiò ogni cupo angolo.
Nobildonna non sorride certo a passante, ne signora retta indica, con invitante sguardo, uscio di dimora, che di palesar sua arte non vi fu certo occorrenza.
Restai per uno poco silente, a mirar sue rosee labbra e sua incerta espressione, di carezzevoli lusinghe avvolta ... suo delicato aspetto che luna, egoista, non mostrava si chiaro, forse per lasciar libero spazio a mio pensiero; suo volto era come colle innevato, che di bianca lucentezza d'intorno diffonde; suoi occhi come brezza, che di colpo t'avvolge sanza loco in cui trovar riparo; sua voce come carezza, m'adescava, mi cullava, struggea mie brame, sanza illusione, sanza celato fine, sanza menzognero progetto.
Ed a suo sorriso feci specchio, a suo invito lieta accoglienza, di suo umile pagliericcio mia dimora, di suo profumo mio mondo; in quelli istanti di sincera passione, d'immorale aspetto per lo pubblico pensiero, trovai si sincero conforto, che d'ogni ombra persi rimembranza, di quiete disio.
Poi, nello cammino verso mio giaciglio, mentre luna mi mirava con severo sguardo, aveo in mente una questione:
Qual è, di meretrice, lo sincero aspetto infine ... quello di chi concede propria grazia per pochi danari ... o di chi sa barattarla solo con adulterata promessa ?
Alarico

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