Whisky Rabbit

Whisky Rabbit

lunedì 4 ottobre 2010

Whisky, "Aforismi"

"Un diamante è per sempre..."
Un diamante è per sempre ? ... anche un vaffanculo e costa molto meno. (Whisky)

"il buio è bello."
il buio è bello perchè non ha confini ed i sogni possono arrivare ovunque... (Whisky)

"Assioma delle verità oggettive."
Ogni verità oggettiva si può scindere in multiple verità soggettive, l'una dissimile dalle altre. (Whisky)

"L'evitabile e l'inevitabile."
Per sposarsi e morire c'è sempre tempo... e delle due cose solo una è inevitabile. (Whisky)

"Per scrivere bene..."
Per scrivere bene, non serve saper ben scrivere, ma avere qualcosa da dire. (Whisky)

"Il maschio ed i porno."
Un uomo che non guarda i porno è come una donna che non fa shopping. (Whisky)

"A cuor non si comanda..."
A cuor non si comanda... ma a meretrice si. (Whisky)

domenica 12 settembre 2010

Whisky, "Siamo tutti soli."

Siamo tutti soli
il mondo s'intesse di solitudini che gemono
a volte s'abbracciano
anche s'intrecciano come casuale garbuglio
si nasce soli, si muore soli, si vive soli
ma a volte solitudini s'incontrano
dolcemente s'accompagnano
e lo chiamiamo amore...
(Whisky)

mercoledì 8 settembre 2010

Whisky, "La prima volta che ho fatto sesso..."

La prima volta che ho fatto sesso ero uno spermatozoo, per la seconda aspetto di reincarnarmi...
(Whisky)

martedì 7 settembre 2010

Whisky, "A te, che volto non hai..."

A te

bandirei la notte ed il sole ti donerei
per concederti sempre luce e calore.
E se ancora non sei appagata
questa vita e la seguente a te dedicherei
per colmare di soavi emozioni il tuo animo.
E se ancora non sei appagata
mi consumerei le mani
per saziare di carezze il tuo corpo.
E se ancora non sei appagata
strapperei tutti i petali ai fiori
per farne un giaciglio su cui poterti amare.
E se ancora non sei appagata
gli angeli rapirei e li farei cantare
che solo d'udire la loro voce sei degna.
E se ancora non sei appagata
fermerei le stagioni ed il tempo
per non lasciar che consumino tua beltà.
E se ancora non sei appagata
ne cerco un altra meno rompicoglioni.
(Whisky)

Stefano, l'elettricista: Quelli che capisce.

Quelli della Telecom arrivane in quattro: uno che capisce, uno che capisce poco, uno che non capisce niente ed uno che scrive.

Il problema è quando quelli che capisce non capisce niente.

lunedì 6 settembre 2010

Whisky, "donne e pellicce"

Trovo molto più elegante una vera donna con un collo di escrementi, di un escremento di donna con un collo di vera pelliccia...
(Whisky)

sabato 4 settembre 2010

Whisky, biografia:

Sono nato quando ancora le TV erano in bianco e nero, che noi l'avevamo così piccola che si vedevano bene solo i francobolli. Poi sono cresciuto, senza fretta a dire il vero, che la flemma mai m'è mancata, come la coglionaggine.
A scuola ci sono andato un anno prima, chedduepalle l'asilo, mi facevano fare i giochi per i bambini piccoli ... così via, fino a che sono diventato anche un pubero, insomma si ... dai ... hai capito, come si chiamano quelli che entrano nella pubertà ... puberi, puerperi, puberti ?
Insomma quello li ... per poi anche adolenscenziarmi, ero diventato full-optionals e mi accorgetti ... emh ... accorsi di colpo che le donne, da inutili e pedanti compagne di gioco, erano diventate allettante intrattenimento per quella cosa che si tiene nascosta agli altri e non è, nè rivista porno, nè fondoschiena.
Soddisfattissimo affermai a me stesso che con la teoria ero a posto... per quanto riguardava la pratica intanto mi stavo allenando, che è sempre meglio arrivare preparati agli eventi.
Ma il diavolo non fa ne pentole, ne coperchi e neanche liste nozze.
'zzo è, il diavolo o un piazzista ?
Insomma ... magari quello che per gli altri è il paradiso a me frega una fava ... ma questo ancora non lo avevo capito, quindi m'adeguavo.
Ed il tempo passava, senza che nessuno gli e lo ... gliel'ho ... gliello ... glielo avesse chiesto, che poi anche a lavorare sono andato, non per libera scelta, ma come al solito fottuto dall'assenza di alternative.
Eppoi non sono ne ambizioso, ne venale ... solo un po' confuso a volte, che delle cose è spesso chiaro a tutti il prezzo, ma non sempre il valore, che raramente ne è coerente conseguenza...
Come soldi non sono messo male, a condizione di guardare le cose dal giusto punto di vista (quello di un clochard) ... il mutuo, la mutua, le mutate condizioni, le mutande ... insomma ... per fortuna i buoni pasto, che senza quelli morirei di fame; ma non mi lamento, si dice che tanti non hanno neanche i soldi per piangere, ecco ... a me quelli non sono mai mancati.
Oppure erano gli occhi ?
Vabbè, anche quelli li ho e pure full-optional, miopia, presbiopia, misantropia, utopia...
Mi ritengo fortunato, faccio ed ho sempre fatto lavori che mi piacevano.
Prima questo, poi quello ... per un po' anche quell'altro ... ma sempre lavoro è alla fine ... che se collaudi i materassi poi ti scoccia anche dormire e, quando ti fanno fare gli straordinari, hai sempre l'insonnia.
Intanto il testosterone continuava a solleticarmi, come brezza tra le fronde ... suadente frusciar di foglie, languidi raggi di sole e l'augello che si raramente gorgheggiava ... che quella che mi mandava via di testa, era fuori di testa; quella perfetta di testa, mi dava solo la testa; quella senza testa, non faceva neanche testo; quella che usava troppo la testa, era una testa di caxxo; quella che muoveva la testa ... quanto mi manca; quella che lanciava testa o croce, l'avrei presa a testate; quella che mi ci sono intestardito, ora sta testando un altro ... ed io, che sono testone, andavo via di testa e lo prendevo sempre nel culo.
Alla fine per non correr rischi finsi, fintatti, fingetti ... insomma ... ora fingo d'esser misogino e finalmente respiro.
Ed adesso, fanculo alle biografie, mi vado a prendere un caffè...

lunedì 5 aprile 2010

Alarico: "Il sogno"

Era stata quieta e silente serata, di calmi pensieri marezzata e di rimembranze avara, ch'io quella sera mi coricai sereno, con lieve animo di bei sogni messaggero.
Ma non sempre buon auspicio è sincero oracolo e di ciò non ebbi regalia, ch'ancor ne ignoro ragione.
Nello sonno mi ritrovai in uno strano villaggio, si scorgevan sittanti caseggiati che sembravan ricoprir lo intero mondo e li percorsi tra di loro eran come di carbone tinti; v'eran d'acciaio carrozze, sanza cavalli, mostri lucidi e deformi, ruggivan come belve, marciavano sanza rispetto, sanza timor alcuno; solo di tristi aste avean deferenza, quando loro occhio s'accendea di rabbia ardente; v'eran palazzi si sgraziati che di cielo non avean riguardo, ne di fieri castelli ricordo, bardati da mille lustre vetrate, ma di vita e di colori dimentichi.
Arbusti eran rari e di gabbie prigionieri, selvaggio aspetto avean perso, d'intorno non v'eran fiumi, ne fonti, forse per codesta sciagura bestie eran fuggite altrove in cerca di beveraggi.
E li viandanti non ti facean saluto, eran si tanti e frettolosi che sembravan branco di bovi senza ne dimora ne senno, l'aria era si greve che di gioia non avea più sapore, l'augelli avean perso lo canto, la terra di fiori era dimentica e, quando mi fermai per mirar d'innanzi, vidi beltà solo nello sguardo d'uno bimbo, che parea l'unico a serbar memoria dello mondo ch'io tanto adoro.
Ch'io voleo dimandar dove fosser andati profumi, chi dolci silenzi avesse sottratto, ma di favella più non aveo dono, ne di sguardi trovai conforto e mi sentio come se di quello mondo non fossi gradito ospite, di li mi venne ansia e di fuggir ebbi pensiero, che nessuno sembrava curarsi di mia angoscia, come s'in quello villaggio tutto fosse concesso o forse che disperazione non avesse peso.
Finchè di mia fuga in una via ombrosa trovai rifugio, che finalmente ebbi di mie inquietudini riposo, v'era gatto che di quieto aspetto avea, dama d'anni consunta a lui donava latte, per aver in cambio lo privilegio di carezzar suo morbido dorso, quando mi videro giunger entrambi volser a me sguardo, che felino avea occhi lieti e donna sorriso, solo allora intesi ch'in quello mondo non v'era solo di tristezza convegno...
Alarico

Alarico: "La meretrice"

Di passeggiar in fosche calle aveo brama, ch'a volte sere son adombrate di silente disio, quando sorte condusse allo mio cospetto trasandata dama, di si povero aspetto, ma soave infine; avea grandi occhi e nero crine, di sue mani curato, che bianca pelle cingea con tremula dedizione; luma di luna di sue spalle giungea e con suo cauto incedere si poco palesava, eppur sorriso a me giunse si chiaro che di mio animo irradiò ogni cupo angolo.
Nobildonna non sorride certo a passante, ne signora retta indica, con invitante sguardo, uscio di dimora, che di palesar sua arte non vi fu certo occorrenza.
Restai per uno poco silente, a mirar sue rosee labbra e sua incerta espressione, di carezzevoli lusinghe avvolta ... suo delicato aspetto che luna, egoista, non mostrava si chiaro, forse per lasciar libero spazio a mio pensiero; suo volto era come colle innevato, che di bianca lucentezza d'intorno diffonde; suoi occhi come brezza, che di colpo t'avvolge sanza loco in cui trovar riparo; sua voce come carezza, m'adescava, mi cullava, struggea mie brame, sanza illusione, sanza celato fine, sanza menzognero progetto.
Ed a suo sorriso feci specchio, a suo invito lieta accoglienza, di suo umile pagliericcio mia dimora, di suo profumo mio mondo; in quelli istanti di sincera passione, d'immorale aspetto per lo pubblico pensiero, trovai si sincero conforto, che d'ogni ombra persi rimembranza, di quiete disio.
Poi, nello cammino verso mio giaciglio, mentre luna mi mirava con severo sguardo, aveo in mente una questione:
Qual è, di meretrice, lo sincero aspetto infine ... quello di chi concede propria grazia per pochi danari ... o di chi sa barattarla solo con adulterata promessa ?
Alarico

Alarico: "Li due monelli"

Era di mattino lieto momento, che sole s'era sporto dalle rade nubi, fresca aria d'ottobre, come lieve carezza, m'avvolgea; io sedeo sopra roccia, a mirar fonte che di zampillanti gocce facea concerto e di ciò mai sembrava tediata.
Di silenti momenti mi beavo, che a volte di natura brusio nessuno inquieta, quando due monelli di corsa giunsero; era maschietto alto fino a mio petto, di capelli diritti e sguardo attento, suo sorriso era come sole, quando allo tramonto tutto cielo abbraccia, sue mani brandivan piccolo legno come spada, che s'atteggiava come se, con si temibil arma, mondo potesse sfidar; piccola compagna di ventura gli era appresso, avea due occhi si grandi e teneri che di favella non ravviso per descriver, lunghi capelli in trecce raccolti, che d'in confronto a lei parean crine di gigante e suo corpicino si fragile m'apparve, ch'in mio cor non restò altro che timor per suo delicato aspetto.
Dello loro giocoso indaffararsi m'incantai, che in uno istante vecchio tronco diventò vascello, foglia, saldamente retta da minute dita, vento catturava come se fosse vela, agitate mani fecero d'acqua di fonte tempesta, mareggiata arrivò si forte che spruzzi fino a me giunsero e mio sorriso l'accolse lieti.
Allora di me s'accorsero e loro timorosi sguardi con lo mio fecero incontro, ma cor di bambino bontà si ben sa legger, che serenità tornò subito in loro volto, lo maschietto restò silente, con sua fiera spada in mano, la piccola invece mi venne vicino ed estrasse di sua veste, non so di qual segreta tasca, piccola margherita e me la porse senza proferir favella, ma con sorriso che più di mille parole fece racconto; io ringraziai di quel prezioso tesoro, li guardai allontanarsi, saltellanti come grilli, fiero capitano di ventura e sua compagna d'armi, fino a sparir d'incanto, d'una vecchia porta inghiottiti e d'amorose mani accolti.
Ed intanto miravo quello logorato fiore, provai ad immaginar se vi fosse in codesto mondo gioiello di lui più lucente, monile che di più valesse, ma nulla trovai.
Lo riposi allora tra due miei scritti, nella speranza che sincere parole gli fossero lieta compagnia e lui, a loro, d'ingenuo sentimento ispirazione, fu così che di si ricco tesoro diventai eterno custode.
Alarico

Alarico: "La nascita"

Era una tranquilla mattinata primaverile, di quelle che piove ma a tutti poco interessa, dimora più accogliente appare e tavolo imbandito è sempre cordiale ostello.
Brezza era assente e su li tetti l'acqua tamburellava suadente ninna nanna, così ben pochi ravvisarono un nuovo infante, grinzoso ed urlante, abbagliato dal mondo e insanguinato di materno dolore; eppur si spolmonava, assediato da amorevoli braccia e carezzevoli sguardi.
Di caldo asperso, di morbido panno avvolto, attendeva.
Che a volte proprio nome è eredità, altre pegno, oppur nasce da casuale incedere d'eventi; il mio venne sussurrato dal vento, che quel dì decise di sospinger parole invece che nubi, tre volte fece simil sospiro ed il mio fu Alarico.
Così ch'anche di vento fui figlio, di lui presi spirito libero, laconica flemma e vizio di sparpagliar foglie.
 

venerdì 1 gennaio 2010

Whisky, "Buon Anno a chi non lo merita"

Tutti dedicano i propri auguri a chi dovrebbe essere d'esempio, a chi ha fatto il proprio dovere, ai puri di cuore, ai generosi, etc. ... a chi li merita insomma, cosa alla fine scontata e banale, perlomeno dopo un attenta analisi.
Io invece ho deciso di farli a chi non ne è per nulla degno, tanto per crogiolarmi in un po' di anticorformisticauguri, che sono ben più divertenti da scrivere, seppur, dopo un attenta analisi, anche questi sarebbero scontati e banali:

Tanti auguri a chi si dimentica di scaricare in bagno e da la colpa al nonno rincoglionito
A chi compra libri per mostrare orgoglioso la propria libreria e li legge per apparire più brillante nelle conversazioni
A chi parcheggia il SUV in doppia fila anche se c'è un posto libero 10 metri dopo
A chi ha l'armadio pieno di pellicce e dice "mi dispiace tanto, ma tengono così caldo..."

Tanti auguri a chi attacca il chewingum sotto i sedili dell'autobus
A chi vorrebbe attaccarci una caccola, ma si ritrova il dito nel chewingum
A chi spegne le cicche nella sabbia e riempie la spiaggia di mozziconi
A chi non le spegne e manda a fuoco un bosco

Tanti auguri a chi si masturba per telefono, tromba via webcam e si fidanza sul treno
A chi afferma che non si è mai masturbato, si sposa in chiesa e divorzia su Forum

A chi è sempre giudice degli altri e mai di se stesso
A chi piange per convenienza e si rattrista perchè va fatto

Tanti auguri a chi apre l'impermeabile per mostrare il proprio orgoglio ai passanti.
A chi si cala le braghe e, senza alcun orgoglio, offre il deretano ai potenti.
A chi entra nel confessionale con l'animo sporco e quando esce è convinto di averlo ripulito.
A chi parla mentre guarda i film e tace di fronte alla realtà

Tanti auguri a chi parcheggia il fuoristrada in garage, il consorte in ufficio ed il figli davanti alla playstation
A chi usa la penna solo per firmare gli assegni
A chi non trova il tempo per guardare con calma un tramonto e poi passa ore davanti al Grande Fratello
A chi mente spudoratamente convinto che, per camminare a testa alta, basti non essere stato scoperto

Tanti auguri a chi ha tre lavori, tre cellulari, tre televisioni, tre figli e tre minuti per stare con loro
A a chi non ha mai capito cosa voleva dalla vita e nel dubbio ha sempre fatto altro
A chi torna a casa il primo dell'anno e, invece di andare a dormire, si mette a scrivere auguri idioti
Ma soprattutto a te che, indefesso, continui a leggere fino in fondo questi messaggi d'auguri del caxxo...

Buon Anno
Sergio