Whisky Rabbit

Whisky Rabbit

domenica 19 maggio 2013

Whisky, Il mondo Apple


iDiot - l’utente Apple, è un utente fedele, compra solo il meglio e la roba con la mela è il meglio, perchè ? semplice, perchè è Apple … che iDiot !
iPhone - telefono costruito su misura per un iDiot: sinuoso, elegante, esclusivo, ultramoderno, raccoglie tutto il necessario per chi è alla ricerca del superfluo, ed ha soldi da buttare.
iPad - la sintesi della tecnologia applicata ad un palmare, innovazione a 360 gradi; mio padre scattava foto con 2cm di display e 20 di obiettivo, obsoleto, ora con l’iPad puoi fare l’esatto contrario, era ora !
iMac - oltre il computer, un sanitario con il cuore di silicio, tecnologia dipinta in un quadro, oltretutto ben quotato, ogni iDiot degno di tale nome ne possiede uno.
iTunes - il concetto di dittatura applicato al software, non solo fa quello che secondo lui ti serve fare, ma ti dice anche come farlo; funziona perfettamente, basta non contraddirlo.
 Apple, quando il marketing s’innamora della tecnologia … e la costringe a prostituirsi.


ogni iDiot che si rispetti ha un iBrain al posto del cervello.

venerdì 8 febbraio 2013

Whishy, Deadly Rabbits !!!

se non è mai stato visto un coniglio arrabbiato, è solo perchè nessuno è sopravvissuto per poterlo raccontare !!!
 

Conigli si nasce, Deadly Rabbit si diventa !

mercoledì 11 luglio 2012

Whisky: "T'amo"


T’amo,
t’amo come s’ama chi non sai se l’ami, t’amo come la radice ama la terra, come l’ape il fiore, il lupo la pecora.

T’amo,
t’amo come s’ama chi d’amor ha sete, t’amo come la notte ama la Luna, come il vecchio la pipa, l’infante il bianco seno.

T’amo,
t’amo d’amore che d’amor si nutre, t’amo come il vento ama le foglie, come la paura le incertezze, la morte le carestie.

T’amo,
t’amo d’amore ch’anche se stesso travolge, t’amo come il boia ama sua mannaia, come la sanguisuga le morbide carni, l’inverno la bianca neve.

Che l’amor, come infido amante, a volte appieno si concede, altre si nutre.

Whisky Rabbit

sabato 10 marzo 2012

Whisky, Glossario tecnologico

Apple : le geniali innovazioni di cui non avevamo bisogno.
Windows : mondo popolato da infinite applicazioni, di indubbia utilità, che sarebbe meglio non installare.

Linux : troppo bello per essere vero.
Smartphone: massiccio cellulare raramente utilizzato per telefonare, fa di tutto, dalle foto al miglioramento dell’autostima.
Palmare : piadina tecnologica con tutte le cose superflue di un computer ed anche di più.
Blu-Ray : è stato bellissimo vendervi DvD, ricominciamo ?
HD : alta definizione video, quella finta, tecnologia finalizzata alla vendita di apparati video che andranno sostituiti a breve.
Full HD : alta definizione video, quella vera, perchè migliorare la qualità dei contenuti quando si può moltiplicare il numero dei pixel ?

martedì 14 febbraio 2012

Whisky, il regno dei bambini.

Appena prima di Chissàdove, giusto al fianco di Nonsoquando, c’è un universo grande un minuto o poco più, è un luogo segreto, protetto da una magia antica come l’uomo, che lo puoi vedere solo con cuor d’infante o con gli occhi d’un aedo.
D’intorno ci son bastioni così alti che solo la fantasia riesce ad oltrepassare, zampillanti distese di sabbia che, se le accarezzi d’un desiderio, di neve s’ammantano; ci sono abissi, di cioccolata e miele, dove eroi abbandonati attendono nuove avventure; piovre giganti che cavalcano pipistrelli e le farfalle combattono al fianco dei draghi, ovunque fioriscono buffe meringhe e, come per magia, eleganti cavalli dalla criniera arcobaleno galoppano sul palmo d’una mano. E’ un luogo segreto, perché bisogna volerlo guardare.
Appena dopo di nonsocome, al di sotto di chissaperché, c’è un universo profondo una risata o poco più, frettolosi pendolari lo traversano d’un balzo, inseguiti da pinguini incravattati in cerca di tesori lontani; saperne il perché a poco serve, e per niente ci riguarda.
Li c’è un infinito pianoro, lastricato di legno e nuvole, sorrisi che ricoprono ogni cosa, stormi di pterodattili e branchi di nonsisaquellochesono; infine moltitudini di cose che con le parole non si possono spiegare, solo carezzare, ma se vorrai chiedermi che sapore hanno, saprò risponderti.
Lì le regole non son regole, ma desideri, obbediente il sole danza e corre, il tempo è una libellula, le pareti son gabbiani; tutto cambia d’incanto inseguendo i sogni dei mattatori, son loro, convincenti narratori, che con spontanee e magiche gesture, rendono l’immaginazione reale per chi ci vuole credere.
Universi creati nel tempo d’un sospiro, zampillanti fontane di fantasia e luci, indifferenti all’indifferenza, fenici scintillanti, vitali più della vita; è uno spettacolo irripetibile, un caleidoscopio di folgori e parole nuove, finché di colpo, senza preavviso alcuno, tutto implode nel sorriso d’un bambino.

giovedì 1 settembre 2011

Whisky, Aforismi II

"Su me stesso."
Non conosco a fondo me stesso, non perchè sia ardua impresa, semplicemente mi trovo poco interessante. (Whisky)

"Sulle mie paure."
Non temo i corvi che divorano i morti, ma le consuetudini degli uomini che ti consumano mentre vivi. (Whisky)

"Sulla bellezza."
Non è bello quel che è bello, ma è bella quella che te la dà. (Whisky)

"Sul denaro."
Io disprezzo il denaro, datemene e ve lo dimostrerò. (Whisky)

"Sulla ricchezza."
Mi piacerebbe essere ricco, ma ritengo che avere il denaro costi troppo. (Whisky)

"Tra il dire e il fare."
Tra il dire e il fare c'è di mezzo trovare qualcuno che te lo fà. (Whisky)

"I due sessi"
C'è il sesso debole e quello succube... (Whisky)

venerdì 5 agosto 2011

Whisky, Pensieri

Il fatto che l’eutanasia sia interdetta, mentre si continuano a far guerre, sintetizza l’incoerenza dell’essere umano: vengono preservati dissenzienti malati senza speranza, mentre si continuano a mandare alla morte giovani speranzosi in perfetta salute.
Quasi come se l’inno per una vita a tutti costi bastasse a condonare un ineluttabile fanfara di morte...

(Whisky Rabbit)

sabato 18 giugno 2011

Whisky: "Questo è il mondo"

E' il mondo
tutt'intorno ridondante, sinuoso ed arrogante, forse anche invitante, lezioso e serpeggiante
talvolta incontinente, altre accomodante, a tratti convincente, ipocrita irritante.


Questo è il mondo, troppo spesso intransigente, untuoso ed infamante, a volte lusinghiero, raramente un po’ intrigante, ma seducente e delirante, come gemito d'amante.

Vizioso ed invitante, come velluto maleodorante, di cemento esuberante, cinto d'acciaio rombante, frenetico urticante, ingannevole orchestrante

Questo è il mondo, poi ci son io, malinconico brigante, sfrontato navigante, silente e luccicante, debilitato scomodante, quanto lamentoso commediante

La trama del mio animo, di sospiri grondante, giace febbricitante, come solitario bagnante, mentre in un istante, lungo ed assordante, relativamente sconcertante, il corpo che dissente, scoreggia dolcemente...

(Whisky)

giovedì 12 maggio 2011

Whisky, Quel che più mi spaventa...

Quel che più mi spaventa e quel ch’adoro.

La solitudine è la cosa che più mi spaventa, dopo le tristi compagnie; come quando la pioggia ticchettando danza e più consolante d’assolati lidi appare.
Adoro la calma dei boschi, le carezze del vento, il tenero lamento delle foglie, anche il lusinghiero mormorio dei silenzi, con i suoni degradati a cornice ed il resto che s’atteggia a quadro.


Le fratture sono la cosa che più mi spaventa, dopo i compromessi; come quando contempli te stesso e t’accorgi d’esser stanco di vedere un altro.
Adoro dileggiare questo mondo, martoriare di passi il selciato, abbindolare le consuetudini, irretire il buonsenso, infeltrire le quotidianetà, accarezzare torbidi pensieri.


Il silenzio è la cosa che più mi spaventa, dopo le parole vuote; come quando blateranti fiumi inaridiscono ed in un istante universi si denudano, senza  bisogno di proferir verbo.
Adoro la mia dimora e la sua quiete, che quando a me giunge sguardo dei verdi colli e d’assonnati monti, finalmente respiro, seppur galleggiando nel subdolo mare delle mie incoerenze.


Ma più del resto mi spaventa chi non sorride mai ed ancor di più chi regala falsi sorrisi; come quando, per musicare una verità, vengono adulterate note, oppure scelte con cura altrui melodie.
Sempre adorerò l’ingenuo volteggiare dei bambini, le eteree fanghiglie in fiore, i sinceri pensieri incrociati per caso, il perdersi negli inferni della via lattea, il bieco peregrinare tra le incoerenze, mirar tramonti ed animi umani, scriver per nessuno e leggere me stesso.


Rinunciar a quel che sono è la cosa che più mi spaventa, ch’è più dolce morir di se, del viver d’altrui certezze...

(Whisky)

martedì 22 febbraio 2011

Whisky, Etimologia dei rapporti virtuali.


1) L'amicizia in chat:
Quando una che ti piace non te la da e te ti accorgi che non la volevi.
2) L'amore in chat:
Quando una che ti piace decide che te la da e ti spiega come fare per averla.
3) Il sesso in chat:
Quando una che ti piace decide che te la da e non può aspettare di incontrarti per dartela.
4) I rapporti occasionali a seguito di chat:
Quando una che ti piace decide che te la da e ti chiede quand'è che vai a prenderla.
5) I rapporti occasionali ripetuti:
Sono rapporti occasionali come da punto 4, ma rinnovati ed a imprecisato termine; la durata è relativa a cose "dure": se è molto duro, durano un po' di più, ma per durare tanto, c'è da esser duri anche di testa.
6) Il sesso virtuale in solitario:
Singola persona intenta in pratiche onanistiche rivolte ad altra persona che, senza proferir verbo, è andata off-line oppure è occupata in attività alternative.
7) Il sesso virtuale di coppia:
Due persone che accarezzano i rispettivi organi sessuali in diretta video, audio o successivamente a scambio di perversofrasi e/o ginecologicofoto, a volte proprie, altre millantate come tali.
8) Il sesso virtuale di gruppo:
Numero variabile di persone, più o meno svestite, che sventolano genitali di fronte ad altre persone di dubbia identità ed imprecisato sesso.

giovedì 17 febbraio 2011

Whisky, questo son io.

Son io
suadente, accidioso irriverente, a volte anche intrigante, al tempo intraprendente
occasionalmente tenero amante, ma ignavo e noncurante
impertinente, a tempo perso convincente, tracotante ed insolente
impenitente, smutandato intransigente, svigorito e un po’ pedante
questo son io, poi c’è il mondo irrilevante, ambizioso e prepotente
come sospiro d’elefante, frenetico irritante, convulso e delirante

iniquo ridondante, ove nel lasso d'un istante
c’è chi sogna lo sfintere e chi si cala le mutande
(Whisky)

lunedì 4 ottobre 2010

Whisky, "Aforismi"

"Un diamante è per sempre..."
Un diamante è per sempre ? ... anche un vaffanculo e costa molto meno. (Whisky)

"il buio è bello."
il buio è bello perchè non ha confini ed i sogni possono arrivare ovunque... (Whisky)

"Assioma delle verità oggettive."
Ogni verità oggettiva si può scindere in multiple verità soggettive, l'una dissimile dalle altre. (Whisky)

"L'evitabile e l'inevitabile."
Per sposarsi e morire c'è sempre tempo... e delle due cose solo una è inevitabile. (Whisky)

"Per scrivere bene..."
Per scrivere bene, non serve saper ben scrivere, ma avere qualcosa da dire. (Whisky)

"Il maschio ed i porno."
Un uomo che non guarda i porno è come una donna che non fa shopping. (Whisky)

"A cuor non si comanda..."
A cuor non si comanda... ma a meretrice si. (Whisky)

domenica 12 settembre 2010

Whisky, "Siamo tutti soli."

Siamo tutti soli
il mondo s'intesse di solitudini che gemono
a volte s'abbracciano
anche s'intrecciano come casuale garbuglio
si nasce soli, si muore soli, si vive soli
ma a volte solitudini s'incontrano
dolcemente s'accompagnano
e lo chiamiamo amore...
(Whisky)

mercoledì 8 settembre 2010

Whisky, "La prima volta che ho fatto sesso..."

La prima volta che ho fatto sesso ero uno spermatozoo, per la seconda aspetto di reincarnarmi...
(Whisky)

martedì 7 settembre 2010

Whisky, "A te, che volto non hai..."

A te

bandirei la notte ed il sole ti donerei
per concederti sempre luce e calore.
E se ancora non sei appagata
questa vita e la seguente a te dedicherei
per colmare di soavi emozioni il tuo animo.
E se ancora non sei appagata
mi consumerei le mani
per saziare di carezze il tuo corpo.
E se ancora non sei appagata
strapperei tutti i petali ai fiori
per farne un giaciglio su cui poterti amare.
E se ancora non sei appagata
gli angeli rapirei e li farei cantare
che solo d'udire la loro voce sei degna.
E se ancora non sei appagata
fermerei le stagioni ed il tempo
per non lasciar che consumino tua beltà.
E se ancora non sei appagata
ne cerco un altra meno rompicoglioni.
(Whisky)

Stefano, l'elettricista: Quelli che capisce.

Quelli della Telecom arrivane in quattro: uno che capisce, uno che capisce poco, uno che non capisce niente ed uno che scrive.

Il problema è quando quelli che capisce non capisce niente.

lunedì 6 settembre 2010

Whisky, "donne e pellicce"

Trovo molto più elegante una vera donna con un collo di escrementi, di un escremento di donna con un collo di vera pelliccia...
(Whisky)

sabato 4 settembre 2010

Whisky, biografia:

Sono nato quando ancora le TV erano in bianco e nero, che noi l'avevamo così piccola che si vedevano bene solo i francobolli. Poi sono cresciuto, senza fretta a dire il vero, che la flemma mai m'è mancata, come la coglionaggine.
A scuola ci sono andato un anno prima, chedduepalle l'asilo, mi facevano fare i giochi per i bambini piccoli ... così via, fino a che sono diventato anche un pubero, insomma si ... dai ... hai capito, come si chiamano quelli che entrano nella pubertà ... puberi, puerperi, puberti ?
Insomma quello li ... per poi anche adolenscenziarmi, ero diventato full-optionals e mi accorgetti ... emh ... accorsi di colpo che le donne, da inutili e pedanti compagne di gioco, erano diventate allettante intrattenimento per quella cosa che si tiene nascosta agli altri e non è, nè rivista porno, nè fondoschiena.
Soddisfattissimo affermai a me stesso che con la teoria ero a posto... per quanto riguardava la pratica intanto mi stavo allenando, che è sempre meglio arrivare preparati agli eventi.
Ma il diavolo non fa ne pentole, ne coperchi e neanche liste nozze.
'zzo è, il diavolo o un piazzista ?
Insomma ... magari quello che per gli altri è il paradiso a me frega una fava ... ma questo ancora non lo avevo capito, quindi m'adeguavo.
Ed il tempo passava, senza che nessuno gli e lo ... gliel'ho ... gliello ... glielo avesse chiesto, che poi anche a lavorare sono andato, non per libera scelta, ma come al solito fottuto dall'assenza di alternative.
Eppoi non sono ne ambizioso, ne venale ... solo un po' confuso a volte, che delle cose è spesso chiaro a tutti il prezzo, ma non sempre il valore, che raramente ne è coerente conseguenza...
Come soldi non sono messo male, a condizione di guardare le cose dal giusto punto di vista (quello di un clochard) ... il mutuo, la mutua, le mutate condizioni, le mutande ... insomma ... per fortuna i buoni pasto, che senza quelli morirei di fame; ma non mi lamento, si dice che tanti non hanno neanche i soldi per piangere, ecco ... a me quelli non sono mai mancati.
Oppure erano gli occhi ?
Vabbè, anche quelli li ho e pure full-optional, miopia, presbiopia, misantropia, utopia...
Mi ritengo fortunato, faccio ed ho sempre fatto lavori che mi piacevano.
Prima questo, poi quello ... per un po' anche quell'altro ... ma sempre lavoro è alla fine ... che se collaudi i materassi poi ti scoccia anche dormire e, quando ti fanno fare gli straordinari, hai sempre l'insonnia.
Intanto il testosterone continuava a solleticarmi, come brezza tra le fronde ... suadente frusciar di foglie, languidi raggi di sole e l'augello che si raramente gorgheggiava ... che quella che mi mandava via di testa, era fuori di testa; quella perfetta di testa, mi dava solo la testa; quella senza testa, non faceva neanche testo; quella che usava troppo la testa, era una testa di caxxo; quella che muoveva la testa ... quanto mi manca; quella che lanciava testa o croce, l'avrei presa a testate; quella che mi ci sono intestardito, ora sta testando un altro ... ed io, che sono testone, andavo via di testa e lo prendevo sempre nel culo.
Alla fine per non correr rischi finsi, fintatti, fingetti ... insomma ... ora fingo d'esser misogino e finalmente respiro.
Ed adesso, fanculo alle biografie, mi vado a prendere un caffè...

lunedì 5 aprile 2010

Alarico: "Il sogno"

Era stata quieta e silente serata, di calmi pensieri marezzata e di rimembranze avara, ch'io quella sera mi coricai sereno, con lieve animo di bei sogni messaggero.
Ma non sempre buon auspicio è sincero oracolo e di ciò non ebbi regalia, ch'ancor ne ignoro ragione.
Nello sonno mi ritrovai in uno strano villaggio, si scorgevan sittanti caseggiati che sembravan ricoprir lo intero mondo e li percorsi tra di loro eran come di carbone tinti; v'eran d'acciaio carrozze, sanza cavalli, mostri lucidi e deformi, ruggivan come belve, marciavano sanza rispetto, sanza timor alcuno; solo di tristi aste avean deferenza, quando loro occhio s'accendea di rabbia ardente; v'eran palazzi si sgraziati che di cielo non avean riguardo, ne di fieri castelli ricordo, bardati da mille lustre vetrate, ma di vita e di colori dimentichi.
Arbusti eran rari e di gabbie prigionieri, selvaggio aspetto avean perso, d'intorno non v'eran fiumi, ne fonti, forse per codesta sciagura bestie eran fuggite altrove in cerca di beveraggi.
E li viandanti non ti facean saluto, eran si tanti e frettolosi che sembravan branco di bovi senza ne dimora ne senno, l'aria era si greve che di gioia non avea più sapore, l'augelli avean perso lo canto, la terra di fiori era dimentica e, quando mi fermai per mirar d'innanzi, vidi beltà solo nello sguardo d'uno bimbo, che parea l'unico a serbar memoria dello mondo ch'io tanto adoro.
Ch'io voleo dimandar dove fosser andati profumi, chi dolci silenzi avesse sottratto, ma di favella più non aveo dono, ne di sguardi trovai conforto e mi sentio come se di quello mondo non fossi gradito ospite, di li mi venne ansia e di fuggir ebbi pensiero, che nessuno sembrava curarsi di mia angoscia, come s'in quello villaggio tutto fosse concesso o forse che disperazione non avesse peso.
Finchè di mia fuga in una via ombrosa trovai rifugio, che finalmente ebbi di mie inquietudini riposo, v'era gatto che di quieto aspetto avea, dama d'anni consunta a lui donava latte, per aver in cambio lo privilegio di carezzar suo morbido dorso, quando mi videro giunger entrambi volser a me sguardo, che felino avea occhi lieti e donna sorriso, solo allora intesi ch'in quello mondo non v'era solo di tristezza convegno...
Alarico

Alarico: "La meretrice"

Di passeggiar in fosche calle aveo brama, ch'a volte sere son adombrate di silente disio, quando sorte condusse allo mio cospetto trasandata dama, di si povero aspetto, ma soave infine; avea grandi occhi e nero crine, di sue mani curato, che bianca pelle cingea con tremula dedizione; luma di luna di sue spalle giungea e con suo cauto incedere si poco palesava, eppur sorriso a me giunse si chiaro che di mio animo irradiò ogni cupo angolo.
Nobildonna non sorride certo a passante, ne signora retta indica, con invitante sguardo, uscio di dimora, che di palesar sua arte non vi fu certo occorrenza.
Restai per uno poco silente, a mirar sue rosee labbra e sua incerta espressione, di carezzevoli lusinghe avvolta ... suo delicato aspetto che luna, egoista, non mostrava si chiaro, forse per lasciar libero spazio a mio pensiero; suo volto era come colle innevato, che di bianca lucentezza d'intorno diffonde; suoi occhi come brezza, che di colpo t'avvolge sanza loco in cui trovar riparo; sua voce come carezza, m'adescava, mi cullava, struggea mie brame, sanza illusione, sanza celato fine, sanza menzognero progetto.
Ed a suo sorriso feci specchio, a suo invito lieta accoglienza, di suo umile pagliericcio mia dimora, di suo profumo mio mondo; in quelli istanti di sincera passione, d'immorale aspetto per lo pubblico pensiero, trovai si sincero conforto, che d'ogni ombra persi rimembranza, di quiete disio.
Poi, nello cammino verso mio giaciglio, mentre luna mi mirava con severo sguardo, aveo in mente una questione:
Qual è, di meretrice, lo sincero aspetto infine ... quello di chi concede propria grazia per pochi danari ... o di chi sa barattarla solo con adulterata promessa ?
Alarico

Alarico: "Li due monelli"

Era di mattino lieto momento, che sole s'era sporto dalle rade nubi, fresca aria d'ottobre, come lieve carezza, m'avvolgea; io sedeo sopra roccia, a mirar fonte che di zampillanti gocce facea concerto e di ciò mai sembrava tediata.
Di silenti momenti mi beavo, che a volte di natura brusio nessuno inquieta, quando due monelli di corsa giunsero; era maschietto alto fino a mio petto, di capelli diritti e sguardo attento, suo sorriso era come sole, quando allo tramonto tutto cielo abbraccia, sue mani brandivan piccolo legno come spada, che s'atteggiava come se, con si temibil arma, mondo potesse sfidar; piccola compagna di ventura gli era appresso, avea due occhi si grandi e teneri che di favella non ravviso per descriver, lunghi capelli in trecce raccolti, che d'in confronto a lei parean crine di gigante e suo corpicino si fragile m'apparve, ch'in mio cor non restò altro che timor per suo delicato aspetto.
Dello loro giocoso indaffararsi m'incantai, che in uno istante vecchio tronco diventò vascello, foglia, saldamente retta da minute dita, vento catturava come se fosse vela, agitate mani fecero d'acqua di fonte tempesta, mareggiata arrivò si forte che spruzzi fino a me giunsero e mio sorriso l'accolse lieti.
Allora di me s'accorsero e loro timorosi sguardi con lo mio fecero incontro, ma cor di bambino bontà si ben sa legger, che serenità tornò subito in loro volto, lo maschietto restò silente, con sua fiera spada in mano, la piccola invece mi venne vicino ed estrasse di sua veste, non so di qual segreta tasca, piccola margherita e me la porse senza proferir favella, ma con sorriso che più di mille parole fece racconto; io ringraziai di quel prezioso tesoro, li guardai allontanarsi, saltellanti come grilli, fiero capitano di ventura e sua compagna d'armi, fino a sparir d'incanto, d'una vecchia porta inghiottiti e d'amorose mani accolti.
Ed intanto miravo quello logorato fiore, provai ad immaginar se vi fosse in codesto mondo gioiello di lui più lucente, monile che di più valesse, ma nulla trovai.
Lo riposi allora tra due miei scritti, nella speranza che sincere parole gli fossero lieta compagnia e lui, a loro, d'ingenuo sentimento ispirazione, fu così che di si ricco tesoro diventai eterno custode.
Alarico